Romanzo storico fa spesso rima con Manfredi ma, in questo caso, l'assenza del celebre autore italiano non si fa sentire.
Ecco la trama:
Nella cruenta battaglia delle Termopili, Leonida e i suoi trecento
guerrieri spartani trovarono tutti la morte nel tentativo di frenare
l'avanzata dell'esercito persiano guidato da Serse. Tutti tranne uno.
Figlio di Castore e nipote di Leonida, Aristodemo è l'unico
sopravvissuto tra gli spartani perché ha disertato il campo di
battaglia, colpito da un veleno somministratogli dal nemico. Rientrato
in patria dopo la catastrofe, Aristodemo incontra il disprezzo
dell'intera cittadinanza che lo accusa di tradimento e codardia.
Umiliato e senza più affetti, lascia la città e decide di darsi alla
macchia, per organizzare la resistenza contro l'invasore e riconquistare
l'onore che sa di non avere mai perduto. Inizia così per gli avamposti
dell'esercito persiano una sfiancante battaglia quotidiana contro un
nemico invisibile e pronto a tutto. E per Aristodemo, il solitario lupo
di Sparta della stirpe di Eracle, comincia il tempo di un'avventurosa
rinascita che lo condurrà a misurare il suo onore nell'epica battaglia
di Platea...
Questo romanzo riesce a trasmettere quel senso di "epicità" che ogni libro storico dovrebbe avere. L'azione si amalgama alla perfezione con la mitologia greca e i sentimenti di uno spartano ripudiato dalla sua gente. Il riscatto per Aristodemo sarà un tortuoso percorso in cui troverà amarezza e amore.
Consigliato a chiunque sia appassionato delle vicende greche, in particolare della guerra contro i persiani.
Voto OTTO
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