venerdì 14 dicembre 2012

John Wyndham - I figli dell'invasione

Sono un grande appassionato di fantascienza: è in assoluto il genere letterario che prediligo.

La mia passione è così forte che provo quasi una sofferenza interiore a causa del fatto che vivo in un'epoca in cui difficilmente vedrò l'umanità intraprendere la più grande avventura che essa potrà mai affrontare: l'esplorazione dello spazio oltre il nostro sistema solare. Il sogno di poter vedere con i propri occhi pianeti fuori dalla nostra eliosfera non è purtroppo alla portata del ventunesimo secolo.

Potrete dunque capire come sia irresistibilmente attratto da questo tipo di letture.

Ma veniamo a noi: "i figli dell'invasione" è un libro di fantascienza ma non è assolutamente del genere di cui avete letto qui sopra! Infatti questo libro, scritto nel 1957 e ripubblicato da Urania (grazie di esistere!) il mese scorso, parla delle vicende di una cittadina inglese, Midwich, le cui donne si ritrovano tutte incinte nello stesso identico giorno. Chi o cosa portano in grembo? La risposta in un romanzo di fantascienza è piuttosto scontata.
Tuttavia questa non è una storia "d'azione" di umani che resistono ad una forma di invasione aliena, è piuttosto un dibattito filosofico, morale ed etico su come comportarsi e quali misure adottare verso questi bambini a dir poco particolari; il tutto immerso nel contesto culturale degli anni Cinquanta con tutte le conseguenze del caso.

In definitiva il libro non mi è dispiaciuto. Il finale mi è parso abbastanza scontato ma la forza di questo libro non sta a parer mio nei colpi di scena quanto appunto nei ragionamenti etici e morali dei personaggi. E' un libro riflessivo che conta molto sull'acume di Zellaby, uno dei personaggi di punta del libro nonché probabilmente il più carismatico.

Il mio voto è un pieno e tondo SEI, non è consigliato per tutti!






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